Angiostrongilosi nel cane

di Mario Masneri

L’Angiostrongylus vasorum, nematode parassita del sistema cardio-polmonare, è una delle nuove sfide dell’ultimo decennio alla salute dei nostri cani.

Malattia parassitaria che colpisce il cane e altre specie di canidi selvatici, il cui ciclo biologico è indiretto, quindi richiede degli ospiti intermedi che sono molluschi gasteropodi, lumache e chiocciole, ma anche anfibi, polli e piccoli mammiferi (ospiti paratenici), dove si incistidano nei muscoli.

Negli ospiti definitivi, cane domestico e canidi selvatici, gli adulti dell’Angiostrongylus varosum vivono nel cuore destro e nell’arteria polmonare (anche se talvolta possono essere presenti nel pericardio, nel fegato, nell’arteria femorale, nella camera anteriore dell’occhio e nella vescica).

Qui, le femmine, che possono arrivare a misurare fino a 25 mm di lunghezza da adulte, depongono le uova, che nei capillari polmonari si schiudono e liberano le larve L1. Queste, entrano nei vasi e alveoli polmonari, risalgono l’albero respiratorio e arrivano in faringe. Da qui le L1 vengono deglutite attraverso stomaco e intestino e vengono eliminate all’esterno con le feci.

Quando, ingerite dai molluschi gasteropodi o altri ospiti paratenici, si insediano nella muscolaturae , le L1 mutano nell’arco di due settimane fino a diventare L3, infettanti per gli ospiti definitivi se questi ingeriscono i molluschi contaminati o carni di altri ospiti.

Le larve, una volta ingerite dai canidi, migrano nei linfonodi, mutano e tramite la circolazione linfoematica si vanno ad insediare nel cuore destro e nell’arteria polmonare.

L’angiostrongilosi è una patologia poco conosciuta e di non semplice diagnosi. La sua sintomatologia non è così chiara e univoca, i sintomi che la caratterizzano possono sembrare sintomi comuni anche ad altre patologie. I cani infestati, mostrano infatti una notevole varietà di segni clinici. L’angiostrongilosi canina può essere del tutto asintomatica o può presentarsi con svariati sintomi più o meno evidenti, quali:

  • affaticamento
  • apatia
  • letargia
  • perdita di peso
  • perdita di appetito
  • vomito
  • diarrea
  • nausea
  • convulsioni
  • tosse
  • dispnea
  • difetti della coagulazione  
  • emorragie spontanee dal naso e dalla bocca
  • mucose pallide
  • problemi comportamentali
  • arterite
  • formazione di trombi
  • reazioni parenchimatose interstiziali
  • formazione di granulomi
  • ipertensione polmonari

Tutti i cani possono infettarsi, ma sono solitamente i cuccioli e i cani giovani e curiosi che, giocando con lumache o chiocciole trovate in giardino e ingerendole contraggono la malattia. I cani adulti generalmente la possono invece contrarre ingerendo carni crude o comunque non ben cotte, di ospiti paratenici. Non esitare pertanto, in presenza di sintomatologia sopracitata, anche se sfumata, a recarsi prontamente dal proprio medico veterinario.

La diagnosi di questa malattia avviene a seguito di una serie di esami, tra cui l’esame delle feci fresche, grazie a cui è possibile individuare le larve del parassita nelle feci, esami ematochimici, elettroforesi delle proteine sieriche, profilo emo-coagulativo, l’esame radiografico del torace e l’esame ecocardiografico.

La terapia per l’angiostrongilosi del cane va effettuata sempre, anche in assenza di sintomi clinici. In Italia come molecola registrata si ha lo spot on a base di moxidectina e imidacloprid.

A seconda della gravità, le pipette vanno applicate a scadenze anche inferiori alle 4 settimane. Altre molecole utilizzate sono il fenbendazolo (ma va usato per almeno 20 giorni di seguito) e la milbemicina (somministrata una volta a settimana). L’associazione fra milbemicina e spinosad viene, invece, effettuata una volta al mese. Starà al vostro medico veterinario valutare dosaggi e frequenza in base alla gravità dell’infestazione.